L’INTERVISTA – Gonin: «Curling, qualità al vertice e promozione alla base»
L’avvio dei campionati maschile e femminile di Serie A, avvenuto nelle scorse settimane, ha segnato la definitiva ripartenza dell’intera attività del curling nazionale. Movimento inevitabilmente condizionato, negli ultimi mesi, dalle restrizioni imposte dalla pandemia. «Gli effetti dell’emergenza sanitaria sono purtroppo stati significativi – l’analisi di Eros Gonin, consigliere federale di settore –. Abbiamo dovuto rinunciare ad una stagione agonistica per un’intera generazione, ma soprattutto da ormai un anno non abbiamo la possibilità di fare promozione per incrementare la base dei praticanti. Giovani e adulti, perché il curling più di altre discipline è davvero lo sport di tutti».
E proprio questo, allora, è il principale obiettivo da perseguire nel corso del 2021. «La qualità del movimento in Piemonte, oggi come in prospettiva domani, è sinceramente alta, mentre ritengo che i numeri attuali possano essere migliorati nell’ottica di una crescita piramidale dell’attività. Per questo, non appena possibile, sarà fondamentale tornare a lavorare con programmazione nelle scuole, a maggior ragione potendo ora sfruttare le piste del PalaTazzoli. Torino è l’unica grande città in Italia con un impianto dedicato esclusivamente al curling e rappresenta un bacino fondamentale per la crescita del movimento. Così come Pinerolo, favorita dal traino che in questi anni ha assicurato l’Olimpiade del 2006».
E proprio le prossime edizioni dei Giochi Olimpici rappresentano uno snodo cruciale per la crescita del movimento, regionale e nazionale. «L’auspicio è che gli atleti di vertice possano confermare il livello attuale, così da centrare la qualificazione a Pechino 2022: la vetrina a cinque cerchi rappresenta un’opportunità unica per sviluppare l’immagine della nostra disciplina. Così come l’appuntamento con Milano Cortina 2026 dovrà garantire un traino importante per tutto il Paese. Il Piemonte, in questo senso, è in prima fila: insieme alla Lombardia rappresenta il 70% del movimento e la sua centralità è confermata dal fatto che 7 formazioni sulle 12 che compongono l’organico delle attuali Serie A siano di estrazione regionale».