L’INTERVISTA – Bianchi: «Torino per ripartire e puntare a Pechino 2022»

Il PalaTazzoli di Torino, nelle prossime settimane, si trasformerà nella casa della Nazionale di para ice hockey. La struttura del capoluogo sabaudo, infatti, da domani a domenica ospiterà il raduno degli azzurri di Massimo Da Rin, in preparazione al torneo internazionale che dovrebbe andare in scena – il condizionale, ai tempi del Covid, resta d’obbligo – dal 18 al 23 gennaio 2021 sempre sul ghiaccio torinese. «Un appuntamento che, in linea con la tradizionale finalità di permettere all’Italia di affrontare sfide di caratura internazionale, vedrà gli azzurri sfidare Norvegia, Repubblica Ceca e Slovacchia – spiega Mirko Bianchi, assistant coach della Nazionale -. Avremmo voluto celebrare il decennale di questa rassegna, che da tre anni è intitolata alla memoria di Andrea Chiarotti, con qualche iniziativa ulteriore, ma l’emergenza sanitaria in corso non ce lo permetterà».

La pandemia, d’altronde, da mesi sta incidendo sul regolare svolgimento dell’attività sportiva su scala mondiale. «C’è tanta voglia di ripartire dopo che, lo scorso mese, abbiamo preferito fermarci nel periodo più delicato della seconda ondata. Abbiamo seguito alla lettera tutti i protocolli per organizzare questo raduno e per mettere in agenda il successivo torneo, tappe d’avvicinamento al grande appuntamento con il Mondiale in Repubblica Ceca di maggio 2021. Il nostro obiettivo sarà quello di staccare il pass per la Paralimpiade di Pechino 2022, che rappresenterebbe la quinta qualificazione consecutiva ai Giochi da Torino 2006 in poi».

Tra i convocati di Da Rin per il raduno del PalaTazzoli saranno ben tre gli elementi in rappresentanza di Sportdipiù a calcare ghiaccio di casa. Presenti infatti Gabriele Araudo ed Andrea Macrì, ai quali si unisce l’atteso rientro in azzurro di Gabriele Lanza. «La speranza è che ora la stagione possa proseguire senza ulteriori intoppi. Questo 2020 è stato duro per tutti e anche il movimento ne ha risentito: la mancanza di nuove leve rappresenta uno degli ostacoli maggiori e, con tutte le problematiche causate dal Covid, le società hanno potuto lavorare poco sul reclutamento di nuovi atleti».

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