HOCKEY – La partita speciale di Araudo: “Questo è lo sport che unisce”
Una partita diversa da tutte le altre quella giocata da Gabriele Araudo, portiere anche della Nazionale di para ice hockey. O forse è meglio usare il condizionale, avrebbe dovuto essere differente. Perché è lo stesso estremo difensore a stupirsi delle sensazioni vissute: “Pensavo di sentire di più la partita, invece già dal riscaldamento mi sono sentito totalmente a mio agio. Mi sembrava la cosa più naturale, come se fossi davvero nel mio ambiente“.
E infatti lo era, Gabriele, nel suo ambiente. Ovvero il ghiaccio e quella porta da difendere a denti stretti. E poco importa che compagni e avversari fossero atleti normodotati, per quanto sia stata una prima volta storica per l’hockey su ghiaccio italiano. Mai infatti, un giocatore di para ice hockey aveva giocato insieme a giocatori normodotati, seppur in un campionato amatoriale (Libertas Serie B) che ha visto affrontarsi i Diavoli Sesto San Giovanni e i Torino Bulls.
Ma d’altronde, il segreto è fondamentalmente nelle parole di Araudo: “Lo sport è nato per unire e non per dividere, qualsiasi sia la disabilità. Ed è un messaggio che dobbiamo trasmettere con forza, soprattutto a bambini e ragazzi che, anche insieme alla società di Sesto, vogliamo coinvolgere sempre di più perché sono puri, ricettivi, senza preconcetti. Lo sport è divertimento, è passione, è alti e bassi, lo sport è come la vita”.